I canali di comunicazione italiani scrivono saltuariamente dei paesi del Sahel, in particolare di quelli che hanno stretto l’alleanza “AES” (Burkina Faso, Mali, Niger). Negli articoli pubblicati il profilo sintetico che ne emerge è sbrigativo: governi golpisti, antidemocratici e autoritari, che limitano le libertà di stampa e le libertà civili.
Anche la lotta contro il terrorismo jihadista viene spesso classificata come una guerra civile interna senza significative connessioni internazionali.
La scelta di perseguire l’autonomia politica ed economica, esemplificata nell’espulsione delle forze militari francesi da sempre stanziali in questi Paesi, è letta solamente come un semplice cambio di padrone: dalla Francia alla Russia.
Anche il sostegno popolare ai governi militari, frutto del sostegno di massa per le politiche attivate, soprattutto in Burkina Faso, è valutato unicamente come l’effetto delle massicce campagne di propaganda degli “autocrati” finalizzate alla conservazione del potere.
Sarebbe interessante, invece, sviluppare inchieste giornalistiche su aspetti specifici che caratterizzano quelle realtà. Un esempio tra tutti: il commercio dell’uranio estratto in Niger. Le “voci social” (da prendere sempre con beneficio di inventario) raccontano di una quotazione di 160euro/kg, di poco inferiore quello sul mercato mondiale, pagato da compratori russi.
Non sarebbe questa una notizia da pubblicare? Magari mettendo a confronto con il prezzo di vendita pagato dalle aziende francesi legate alla filiera del nucleare: ovvero 0.8 euro/kg (ottanta centesimi).
Una questione che meriterebbe, probabilmente, una missione di un inviato speciale?
PSun
- “Fini le temps des centimes”. Magasin d’Info.
- Bah Poulo TV Officiel.